Non havria Ulysse o qualunqu’ altro mai

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Non havria Ulysse o qualunqu' altro mai
Più accorto fu, da quel divino aspetto
Pien di gratie, d'honor e di rispetto
Sperato qual i' sento affanni e guai.



Pur, Amour, co i begli occhi tu fatt'hai
Tal piaga dentro al mio innocente petto,
Di cibo e di calor già tuo ricetto,
Che rimedio non v'è si tu n'el dai.

O sorte dura, che mi fa esser quale
Punta d'un Scorpio, et domandar riparo
Contr' el velen' dall' istesso animale.

Chieggio li sol' ancida questa noia,
Non estingua el desir a me si caro,
Che mancar non potrà ch'i' non mi muoia.



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